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Comune di Sant'Oreste

La Città

SANT’ORESTE – La Storia

II monte Soratte, nel Pliocene isola del Mare, ha rappresentato nei secoli un riferimento sacrale alle grandi Civiltà che lo hanno eletto quale riferimento nei loro riti: gli Etruschi, i Falìsci, i Capenati e poi  ì  Romani con il loro tempio pagano in onore di Apollo. Il boscoso Soratte degli Hirpi Sorani fu sicuramente punto di avvistamento romano, soprattutto per il controllo del Tevere nella loro espansione verso la “temuta selva Cimina”.

L’occupazione romana del territorio dopo la sconfitta degli Etruschi, Falisci e Capenati si evidenziò con la nascita di fattorie e di Ville per gli ottimati romani. I Capenati furono inseriti nella tribù Stellatina: di questa presenza romana, tutto il territorio è interessato ed i frammenti visibili anche in paese lo testimoniano.

L’arrivo del Cristianesimo vede il Soratte protagonista di quella Storia e di tante leggende. Papa Silvestro, rifugiatosi in una grotta del Monte, per sfuggire alle persecuzioni, torna a Roma a “guarir Costantino”. Su quella grotta e sui resti del tempio pagano sorgerà una chiesa dedicata a San Silvestro.
Il Monachesimo Benedettino farà crescere con i suoi monaci una attivi­tà spirituale che interesserà tutto il territorio, sorgeranno gli eremi di S.Antonio, Santa Lucia, San Sebastiano, Santa Romana, ai piedi del monte, proprio in mezzo al bosco. Nonnoso è la figura che spicca, per i suoi miracoli narrati da Gregorio Magno. Importanti saranno le donazioni carolinge di Carlomanno, figlio di Pipino, che rinunciando al trono, si fa monaco sul monte Soratte, restaura il Monastero di San Silvestre ed innal­za l’altra grande Abbazia di S.Andrea in Flumine. Non molto lontano c’è Farfa. E sotto questo Sacro monte incomincia a prender corpo una Comunità che nasce con alle spalle quella storia che sicuramente inciderà sulla sua formazione.

La prima notizia storica che riguarda il paese di Sant’Oreste è quella riportata da Benedetto del Soratte nel suo “Chronicon” (800-1000), che riferendosi ad un documento del 747 cita la “Curtis Sancii Heristi”.
Si attesta così una riunificazione di più “curtis” che in pianura ebbero a subire le invasioni barbariche e l’insalubrità dei luoghi.
Altra notizia del paese, risalente al 1074, è ricordata dalla bolla di donazione di Gregorio VII dei monasteri riuniti di S.Silvestro e di Sant’Andrea in Flumine (presso Ponzano) con i relativi borghi e castelli.
Il nome di Sant’Oreste sembra derivare da Heristo della famiglia degli Aristi, giovane romano che professando la religione cristiana fu martirizzato nel 68 d.c. durante la persecuzione neroniana. A lui è dedicata una chiesa con elegante campanile romanico nel luogo dove alla fine dell’800 sorse il Cimitero. Successive trasformazioni hanno mutato in S.Edistus, S.Heristus, Santo Resto, San Tre sto, il nome primitivo.

Il Centro storico del paese ha mantenuto una certa caratteristica cinquecentesca e conserva ancora strutture medioevali. Vi si accede attraverso tre porte che furono costrui­te in modo monumentale nel 1554 circa, quando fu rinforzata la struttura difensiva con i bastioni, risalenti al 1534. L’elemento che maggiormente influenzerà il passaggio da una organizzazione medioevale a quella rinascimentale è forse il passaggio dalla Abbazia di S.Paolo in Roma a quella Tre Fontane. Fu proprio il Cardinal Abbate Alessandro Farnese a determinare un assetto urbanistico, un’impronta artisti­ca con le maestranze che lavoravano a Caprarola, con la consulenza e l’amicizia del Vignola. Grande operazione del  Farnese  fu  la concessione dello Statuto del 1576 che diede alla Comunità una crescita civile. Le tre porte del paese sono:Porta valle (o Porta S.Silvestro), Porta la dentro (o S.Edisto), Porta costa (o S.Maria).
Testimonianza dello sviluppo urbanistico del 1500 sono alcuni grandi palazzi: Palazzo Caccia-Canali costruito nel 1589 dai Cavalieri Caccia, nobili novaresi forse trasferitisi a Roma per servire i Farnese, con le maestranze che stava­no costruendo a Caprarola la Vignolesca Villa Farnese. All’interno ampi saloni alcuni dei quali affrescati.
Del Vignola, legato al paese per il progetto della chiesa di S.Lorenzo e per un’opera di consulenza, si conserva in archivio comunale una lettera autografa, dove l’artista parla espressamente della sua opera prestata alla Comunità di “Santo Resto”. Sempre nello stesso palazzo si conserva un vero tesoro: la famosa croce in legno di bosso, scolpita a mano con scene del nuovo e vecchio testamento, proveniente dall’Oriente e secondo gli ultimi studi, risalente al 1546.
Accanto al palazzo che in origine apparteneva ai Caccia suoi costruttori, nel 1589, sorge il Monastero di S. Croce che nel 1598, ampliandosi, accoglie le monache Agostiniane dell’antica clausura di S.Nicola, occupando il posto del vecchio Palazzo Abbaziale. Guidò questa operazione il Cardinal Abbate Pietro Aldobrandini, importante successore del Farnese. Corre a fianco dell’antico Monastero di clausura agostiniano, la cinta mura­ria fortificata dai Bastioni difensivi Sangalleschi, a difesa del Palazzo Abbaziale e della principale Porta d’ingresso al Paese: Porta Valle.
Da Porta Costa e da Porta la Dentro , si può raggiungere la Chiesa trecentesca di S.Maria Hospitalis, la cui primitiva costruzione è antecedente al 1000, testimonianza di una comunità rurale che vi sorgeva nelle adiacenze. All’interno la chiesa ha pareti e abside affrescate, e conserva due paliotti di altare dell’epoca carolingia. Altri elementi, resti di un ciborio della stessa epoca sono sulla facciata, dove tra l’altro è presente una lapide marmorea, sicuramente proveniente dalla ricca villa romana in loc. Giardino, che descrive un podere. Più in basso sorge la chiesa di S.Edisto con l’annesso cimitero costruito alla fine dell’800, luogo dove in antico doveva sorgere la curtis Sancti Heristi.Nel centro storico si segnalano inoltre alcuni palazzotti come quello Azzimati presso p.za Orazio Moroni e Palazzo Rosati in piazza Carlo Alberto, antica “piazza dello Steccato “.